Mingardi invita il tenore Cremonini al Palacuore
Mercoledì 31 agosto 2016 il noto tenore bolognese Cristiano Cremonini è stato invitato da Andrea Mingardi al Palacuore della Festa dell’Unità di Bologna per chiudere lo spettacolo dedicato agli storici personaggi che hanno cantato la bella città petroniana.
Strepitoso successo, mercoledì 31 agosto 2016 al Palacuore della Festa dell’Unità di Bologna (presso il Parco Nord), per il noto tenore bolognese Cristiano Cremonini, invitato dal patron Andrea Mingardi a chiudere il grande spettacolo intitolato “Dialetto e Radici – Atmosfere sonore e cantautorali della nostra città“, dedicato a Carlo Musi, Quinto Ferrari, Leonildo Marcheselli, Dino Sarti, Bruno Lanzarini e Gino Cervi.
Assieme ad esperti del nostro idioma, come il noto Professore di Storia Medioevale dell’Università di Bologna, Rolando Dondarini, ideatore e responsabile della celeberrima Festa Internazionale della Storia (giunta alla tredicesima edizione), Marco Masetti, fondatore della Compagnia Dialettale Bolognese, hanno partecipato numerosi artisti nelle varie discipline: musica, teatro e danza: Il cantautore Franz Campi, i comiciVito, Duilio Pizzocchi e i Gemelli Ruggeri, il fisarmonicista Massimo Budriesi, Riccardo Pazzaglia, i ballerini Loris Brini e Antonio Clemente ed altri ancora.
Cristiano, accompagnato dal suo pianista Denis Biancucci, per l’occasione ha scelto di interpretare due suoi cavalli di battaglia, ovviamente in dialetto bolognese: la popolare canzonetta L’era fasol (meglio nota come: Viva la Fricci!) del capostipite dei cantastorie petroniani Carlo Musi, che racconta un curioso aneddoto accaduto alla fine dell’800 al teatro Comunale di Bologna durante una recita del Mosè di Rossini, e A vag a Neviork,esilarante parodia sul tema del successo internazionale New York, New York, lanciata da Liza Minnelli nell’omonimo film del ’77 diretto da Scorsese, in omaggio al grande cantautore Dino Sarti, che il tenore, ancora bambino, aveva ascoltato dal vivo in Piazza Maggiore durante uno dei suoi storici concerti.
La sua performance si è poi conclusa con un’autentica chicca per il pubblico presente: Nessun dorma, la famosa romanza tratta dalla Turandot, ultima opera, incompiuta, di Giacomo Puccini, tradotta, per l’occasione in dialetto bolognese da Andrea Mingardi.
L’esecuzione di “Incion dorum” è quindi stata un’autentica prima mondiale che ha letteralmente mandato in visibilio il gremitissimo Palacuore.
Foto di Gianni Mattioli
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